Lo yoga è una disciplina che coinvolge il corpo, la mente e le emozioni e che ci aiuta a vivere meglio.
Lo yoga è una filosofia di vita nata in India più di duemila anni fa pertanto la sua pratica può essere intesa come un approccio globale alla vita in quanto comprende uno stile di vita sano, consapevole, rispettoso di sé stesso e del proprio corpo. Potremmo definirlo un percorso di crescita, di realizzazione personale che arricchisce di valore e di significato la nostra vita.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che lo yoga riduce lo stress (Chong, Tsunaka, Tsang et al. 2011) pertanto è stato indagato l’utilizzo di questa pratica in pazienti con disturbi dello spettro della schizofrenia che erano già in trattamento psicologo e farmacologico.
I disturbi psichiatrici hanno un impatto notevole sulla qualità di vita, sullo stato di benessere e sul funzionamento sociale e lavorativo. Nello specifico, la schizofrenia è un grave disturbo psicotico caratterizzato da una gamma di disfunzioni cognitive, comportamentali ed emotive che si associano ad una compromissione del funzionamento lavorativo e/o sociale. La diagnosi di schizofrenia richiede la presenza di alcuni dei seguenti sintomi per un periodo di tempo significativo (circa un mese):
- I sintomi positivi (manifestazioni nuove e anomale legate alla malattia) riguardano i deliri, le allucinazioni, l’eloquio disorganizzato, il comportamento disorganizzato o catatonico;
- I sintomi negativi (perdita delle capacità che erano presenti prima dell’esordio della malattia) comprendono la diminuzione dell’espressione delle emozioni o abulia, il deficit nella produttività e fluidità dell’eloquio, la difficoltà nel mantenimento dell’attenzione, la compromissione dei rapporti interpersonali e del funzionamento sociale e lavorativo.
È stato osservato che i sintomi negativi e cognitivi che emergono nella fase pre-psicotica sono correlati tra loro e che i sintomi cognitivi sono significativamente associati a un minor livello di funzionamento del paziente. Uno studio condotto da Visceglia e Lewis (2010) ha dimostrato che lo yoga affiancato al trattamento psichiatrico convenzionale riduce la psicopatologia e migliora la qualità di vita dei pazienti con disturbo dello spettro schizofrenico. Infatti, il gruppo sperimentale otteneva un miglioramento dei sintomi positivi e negativi correlati alla malattia rispetto al gruppo di controllo.
Sulla base di tali considerazioni ed evidenze scientifiche è stato condotto uno studio pilota volto a valutare la correlazione tra benessere, yoga e qualità di vita in pazienti affetti da disturbi dello spettro schizofrenico (Caponnetto, Auditore, Maglia, Pipitone, Inguscio 2019).
I partecipanti (N. 30) erano pazienti in cura presso “Villa Chiara” (CA) una struttura di riabilitazione e di ricerca psichiatrica. La fase di assessment era dedicata alla raccolta dei dati personali, familiari e della storia clinica. Gli indici valutati prima del trattamento (base-line) erano i seguenti:
- I livelli di cortisolo e di deidroepiandrosterone presenti nel sangue;
- I punteggi ottenuti dalla somministrazione di Scale Cliniche in relazione alla qualità di vita, alla percezione dello stress, e al funzionamento adattivo.
I pazienti coinvolti nello studio erano casualmente assegnati ai due gruppi (sperimentale e di controllo) e non presentavano differenze significative nella base-line. I partecipanti appartenenti al gruppo sperimentale venivano inseriti, per un periodo di tre mesi, in un programma yoga in aggiunta alla riabilitazione standard.
Il metodo utilizzato nello studio prende il nome di Yoga Vidya (fondato da Swami Ananda Saraswati) e comprende le posture (asana), gli esercizi respiratori (pranayama), gli esercizi di concentrazione (meditazione) e di rilassamento. Gli esercizi, però, sono stati appositamente selezionati pertanto il programma includeva le pratiche respiratorie e le posture ma non l’aspetto meditativo in quanto è stato dimostrato che la meditazione può generare un peggioramento della psicosi in pazienti con malattie mentali.
All’interno della sessione dedicata alla respirazione (pranayama) sono stati selezionati cinque esercizi respiratori: la respirazione diaframmatica; la respirazione completa; Anuloma-Viloma un esercizio in cui il respiro è guidato da un ritmo specifico; Kapalabhati comprende una espirazione forzata e una inspirazione naturale; Nadisuddhi un esercizio che comprende un’ispirazione, una pausa e una espirazione che si susseguono ad intervalli differenti.
La sessione dedicata alle posture (asana), invece, favoriva un bilanciamento di tutti i sistemi del corpo incluso il sistema endocrino, respiratorio e digestivo. Gli effetti del trattamento dopo dodici settimane di pratica sono stati infine comparati con i valori originari (base-line).
Lo scopo della ricerca era quello di testare gli effetti di un programma yoga sul funzionamento bio-psicologico, psicopatologico e adattivo in pazienti schizofrenici trattati con terapia standard. Il gruppo sperimentale partecipava ad una sessione settimanale di yoga (un’ora e mezza) per un periodo di 12 settimane e un totale di 18 ore. Il gruppo sperimentale (yoga + terapia standard) otteneva un significativo miglioramento dello stato di benessere (nel funzionamento neuro-cognitivo, psicopatologico e adattivo) rispetto al gruppo di controllo.
I risultati dello studio mettono in risalto che la pratica yoga, specificatamente strutturata per pazienti schizofrenici, può essere utilizzata in contesti riabilitativi in quanto genera un maggior stato di benessere e migliora la qualità di vita.
Bibliografia
Caponnetto, P., Auditore, R., Maglia, M., Inguscio, L. (2019). Psychological wellness, yoga and quality of life in patients affected by schizofrenia spectrum disorders: A pilot study. Mental Illness. Vol 11:8003.
Visceglia, E., Lewis, S. Yoga therapy as an adjunctive treatment for schizophrenia: a randomized, controlled pilot study. J Altern Complement Med 2011;17:601-7.