Perché rivolgersi ad uno psicologo durante la fase post-pandemica

Di fronte all’aumento dei casi di disagio psicologico e al diffondersi di una sofferenza legata agli effetti indiretti della pandemia, possiamo affermare che la domanda è cresciuta un modo esponenziale. Cosa si è osservato in questo periodo? Comportamenti disadattivi e disfunzionali, irritabilità in soggetti di giovane età, disturbi alimentari, pratiche di autolesionismo, senso di isolamento e di perdita, forte senso di sfiducia, sono questi gli elementi che caratterizzano la domanda per la quale è richiesto l’intervento di uno specialista. (Pandemia: riconoscere e affrontare il disagio psicosociale)

Sempre in questo periodo, si è registrato un altro sensibile aumento di casi di violenza tra le mura domestiche, generato da un alto livello di conflittualità tra le coppie che naturalmente ha coinvolto anche i minori. (Coppie in crisi dopo il lockdown)

Insomma, stiamo attraversando una fase emergenziale che ha minato la nostra sicurezza in termini di salute e benessere, che ha profondamente intaccato le nostre risorse personali e in alcuni casi ci ha fatto vivere “un vero e proprio trauma”.

Con questo carico di sofferenza, decidere di rivolgersi ad uno specialista significa compiere un passo importante: è di fondamentale importanza avere la consapevolezza che attraverso la relazione con il terapeuta, in un setting caldo e accogliente, ci si possa muovere in direzione di un cambiamento, verso una migliore comprensione di se’ e verso una ridefinizione delle relazioni interpersonali.

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